Aspettando i barbari
Cosa aspettiamo qui riuniti al foro?
Oggi devono arrivare i barbari.
Perché tanta inerzia al Senato?
E i senatori perché non legiferano?
Oggi arrivano i barbari.
Che leggi possono fare i senatori?
Venendo i barbari le faranno loro.
Perché l’imperatore si è alzato di buon’ora
e sta alla porta grande della città, solenne
in trono, con la corona sulla fronte?
Oggi arrivano i barbari e il sovrano
é in attesa della visita del loro
capo; anzi, ha già pronta la pergamena
da offrire in dono
dove gli conferisce nomi e titoli.
Perché i nostri due Consoli e i Pretori
stamane sono usciti in toga rossa ricamata?
perché portano bracciali con tante ametiste
e anelli con smeraldi che mandano barbagli?
perché hanno in mano le rare bacchette
Tutte d’oro e d’argento rifinito?
Oggi arrivano i barbari
e queste cose ai barbari fan colpo.
Perché non vengono anche i degni
Oratori a perorare sempre?
Oggi arrivano i barbari
E i barbari disdegnano eloquenza e arringhe.
Tutto a un tratto perché questa inquietudine
e questa agitazione?(oh, come i visi son fatti gravi).
Perché si svuotano le vie e le piazze
e tutti fanno ritorno a casa preoccupati?
Perché è già notte e i barbari non vengono.
È arrivato qualcuno dai confini
a dire che i barbari non ne sono più.
Come faremo adesso senza i barbari?
Dopotutto, quella gente era soluzione.
NOTIZIE SU COSTANTINO KAVAFIS
Costantino Kavafis nasce ad Alessandria d'Egitto il 29 aprile 1863 da genitori greci originari di Istanbul.La sua famiglia, appartenente alla borghesia commerciale, subisce un tracollo economico nel 1876 e si trasferisce all'estero: prima a Liverpool, poi a Istanbul.Nel 1892 Costantino, che può già vantare una discreta fama per le sue attività di pubblicista e poeta, viene assunto al Ministero dei Lavori Pubblici di Alessandria d'Egitto, dove rimane, facendo una veloce e redditizia carriera, fino al 1922.Nel 1897 viaggia a Parigi e nel 1901 ad Atene, dove tornerà anche nel 1903 e nel 1905.Nei suoi appunti autobiografici si parla di una precoce omosessualità, talora psicologicamente traumatica.Dal 1919 il poeta viene coinvolto in varie polemiche, sia perché personaggio illustre e rappresentativo, sia per la violenta diatriba alessandrina e ateniese che lo vede tra i protagonisti.Muore il 29 aprile 1933 ad Alessandria, dopo un'operazione alla gola subita ad Atene l'anno precedente.Di quest'autore ci rimane un corpus di 154 poesie, pubblicate in fogli volanti, via via raccolti in fascicoli; la prima edizione in volume uscì postuma nel 1935. Le sue liriche sono epigrammatiche, brevi, essenziali attraversate da una sottile venatura ironica e caratterizzate da una concezione aristocratica della poesia, intesa come mezzo di nobilitazione e di riscatto dalla miseria umana.La poesia è spesso canto della memoria e nasce da un passato biografico e storico (in particolare l'età ellenistico-romana e l'età bizantina, nelle quali egli sceglie fatti e personaggi in cui s'incarnanoproblemi esistenziali).Di particolare rilievo e interesse la produzione erotica, che non rinnega la tradizione ellenistica ma la trasfigura, in un vortice di grande passionalita'. Una caratteristica che accomuna Omero e Kavafis: il grande amore per l'uomo e la consapevolezza dell'elementare, ma fondamentale, verità del destino comune a tutti: "l'irrevocabile sventura della morte".